sabato 24 settembre 2016

Istantanee illusorie

Considerando la mia passione per la musica, prendo spunto per una piccola annotazione. Ahimè, ho troppe volte la sensazione che la musica (e purtroppo non solo) non venga più considerata per quello che è ma per quello che "dovrebbe" essere. 
Penserete: "Ma chi me lo ha fatto fare di cliccare su questa maledettissima pagina quando fuori c'è un mondo interessantissimo da scoprire". D'altronde sapevate fin dall'inizio (forse XD) quello a cui sareste andati in contro, quindi rassegnatevi. :P

Ad esempio, ora come ora, sento sempre più spesso puntare il dito contro praticamente ogni tipo di artista all'uscita di nuovo materiale. Quasi come se non aspettassero altro, tutta una miriade di persone inferocite si risvegliano dal letargo pronte a giudicare, gridando al "venduto" e ad invocare l'antica e magica parola... "commerciale", chiudendo     così,     malamente         il capitolo. Ammettendo che, in alcuni casi si possa parlare di variazioni che vanno strategicamente ad attirare una più grande fetta di pubblico e ottenere più successo, quello che non riesco a condividere è: 

Perché il cambiamento è visto praticamente sempre come qualcosa di negativo?

Purtroppo, sono il primo che molto spesso si è trovato in difficoltà ad accettare che le cose cambiassero. Non è facile e ahimè non lo sarà mai. E nella vita di tutti i giorni, si sa, è molto più frequente di quello che si pensi... Che sia per il timore dell'ignoto o per la paura di perdere un fragile equilibrio ottenuto dopo tante fatiche e sacrifici, il risultato non cambia. 
Che lo si voglia o no il tempo scorre e con lui ci muoviamo, ondeggiamo e occupiamo il nostro spazio... sempre "noi" ma con sfumature che prima di allora magari neanche avremmo mai immaginato. E basti pensare che nemmeno le situazioni più difficili restano immutate. Ci adattiamo, prendiamo forza e magari crolliamo, per poi "colpire" più forte, più di quanto saremmo riusciti a fare altrimenti. 
"Ora" è la trappola più grande, non mostra il percorso, ma un semplice punto. 
E cosa si può dire di un "punto"... poco o nulla. Di sicuro che in qualcosa di fermo, senza movimento, non c'è vita; come un'istantanea che sembra darci sicurezza proteggendoci, ma che in realtà ci impedisce di librarci in aria.
Indubbiamente... la difficoltà che percepiamo nel comprendere e nell'afferrare qualcosa in movimento è spesso devastante e frustrante ma forse, è proprio questo il bello... non finisce mai di stupirci. 

E pensandoci bene,  non accettare a priori il cambio e le scelte di un artista perché troppo affezionati all'idea che ci siamo creati in precedenza non è, forse, un po' la stessa cosa?! 
Se accettiamo la possibilità che noi per primi si possa vivere in una continua altalena di emozioni fatta di cambiamenti repentini di umore e di idee, allora non possiamo semplicemente prendere e ascoltare?! 
Solo voi, la musica, le vostre emozioni e l'armonia che ne deriva.

Il vero segno di chiusura sta, ancora una volta, in chi si sente in diritto di giudicare gli altri con coraggio da leoni ma allo stesso tempo di chiudere gli occhi mentre si guarda dentro.


Nessun commento:

Posta un commento