domenica 2 ottobre 2016

Semplicemente... attenzione

Che ci piaccia o no, molto spesso tralasciamo il fatto che, per fare bene qualcosa, ci sia bisogno di una certa concentrazione.
Cercando di portare uno degli esempi più banali ma allo stesso tempo più frequenti per ognuno di noi, potremmo parlare di quando siamo di fronte a qualcuno, con la volontà di confidargli qualcosa di un certo valore.

Dubito occorra molta immaginazione...

Superati i saluti iniziali e le frasi di circostanza, seppur un po' ansiosi e preoccupati, prendiamo ed iniziamo a raccontare...
E fin qui sembrerebbe andare tutto liscio, se non fosse che, a fronte del desiderio di condividere qualcosa, sbattiamo la testa contro un inaspettato muro di indifferenza. Con grande stupore ci rendiamo conto che si, questa persona è presente, ma visibilmente è distratta e poco empatica, a tal punto da urtare malamente la nostra sensibilità.
Lo so cosa state pensando, è veramente triste affidare una parte di noi al vento.
Talmente irritante da non riuscire a far altro se non, costringere il nostro "ascoltatore" a frequentare un buon corso di recitazione (nella remota speranza che sfondando nel mondo dello spettacolo, possa sdebitarsi e ricoprirci d'oro) per affinare la sua tecnica.
Battute a parte, sono sicuro che non vi suoni affatto nuova questa situazione.

Ma cercando di porci una domanda diversa, ci capita mai di essere dall'altro lato della relazione?

E ancor più importante... ascoltiamo abbastanza?

Non è facile, vero?! Tutte quelle piccole scintille o distrazioni che ci portano "via", che si, ci fanno essere lì in quel preciso momento, ma allo stesso tempo ci portano da tutt'altra parte. Che si tratti di un pensiero riguardante un appuntamento, quello che mangeremo a cena o la preoccupazione di controllare ossessivamente lo smartphone per controllare se sta succedendo qualcosa di "interessante", in qualche modo la nostra attenzione rischia di venire meno.

Situazioni del genere le conosco bene... quella maledetta sensazione di esserci ma non esserci... di starci dentro ma esserne al contempo estraneo.
Ci son poi quei momenti in cui improvvisamente ci risvegliamo da questa assenza, rendendoci consapevoli di quello che stiamo perdendo.
Probabilmente senza cattiveria ma ciò non toglie che avvenga lo stesso.
Immagino che a questo punto anche a voi sia venuta in mente una domanda... (lo so cosa state pensando... "Cavolo, ma cinque minuti calmo senza disturbarci con i tuoi interrogatori non ci sai proprio stare eh")

"Ma in tutto questo "vagare", non mi starò perdendo il presente?"

Nell'occhio di un ciclone fatto da mille quesiti, afflitti da chissà quali drammi esistenziali, non ci rendiamo conto di essere paralizzati mentre tutto intorno a noi è in movimento.
Un po' come ritrovarsi in una bellissima spiaggia... con le onde che si infrangono sugli scogli cullando le nostre orecchie, il vento che soffia instancabile, le nuvole che si muovono maestosamente e noi...
fermi immobili, arenati sul bagnasciuga, avvinghiati all'illusione che quello che ci succede intorno, non sia abbastanza importante.

Vorrei che tutti riuscissimo a trarre un insegnamento anche se, io per primo, mi rendo conto che del "momento" non viviamo altro se non le briciole, quello che le spaventate code dei nostri occhi a malapena intravedono, al contrario delle nostre viste ormai troppo abbagliate da tanta effimera luce.

Che poi... diciamocelo sinceramente: "quante volte le cose che annebbiano la nostra percezione della realtà, sono effettivamente importanti?".
Non posso di certo rispondere io per voi ma se dovessi dire la verità, direi che per me, spesso non lo sono. Non sembrerà granché ma alla fin dei conti, a forza di perdere questi piccolissimi pezzi del puzzle ci ritroveremo senza niente se non un'immagine sbiadita di qualcosa che sarebbe potuto essere.

Il focus è appunto quella capacità di riuscire a liberare la mente dal resto e concentrarsi su qualcosa. Da sempre acerrimo nemico della distrazione... quella strana bestia che ti tende la mano e ti porta via, ma allo stesso tempo, non ti permette di essere da nessun'altra parte.

Colei che si mette tra noi e il risultato...

tra noi e chi abbiamo davanti...

tra noi e la vita.

Potete chiamarla "attenzione" o "metterci il cuore", a seconda della propria filosofia... io personalmente preferisco la seconda anche se, ahimè, purtroppo il risultato non cambia.

Si tratta di un grande inganno, quello per il quale il presente, in un modo o nell'altro, riuscirà sempre a sfuggirci.

Un consiglio per tutti, me compreso:

La prossima volte che vi siederete davanti a qualcuno, provate a perdervi nelle sue parole e non nei vostri pensieri.


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