venerdì 22 settembre 2017

Il viandante


(Questa è una delle tante tracce che mi ha accompagnato nella scrittura di questo articolo)


Non ricordo bene quando è cominciato ma solo quella inaspettata e rinfrescante brezza che di colpo mi pervase.
Fu come vedere qualcuno per la prima volta ma conoscerlo già dentro di noi un po' come se racchiudesse in sé i sogni, le speranze e il desiderio di libertà di ognuno di noi...
Longilineo dalla lunga barba... talmente folta come la pelliccia di un orso, di un grigio non vecchio ma vissuto, con ogni singolo pelo fiero di simboleggiare una storia... così tanti quanto i pensieri di un bambino che ti vorrebbe raccontare tutto quello che gli passa per la testa ma non sa da dove cominciare.
Magro come chi non ha mai avuto più di una manciata di secondi per mangiare.
Con scarpe logore, consumate dagli infiniti passi compiuti dai suoi instancabili piedi. Un look vissuto, che molti potrebbero definire “trascurato” ma in fondo... se per non trascurare qualcosa dobbiamo rinunciare ad emozioni ed esperienze importanti, allora forse non ha un’accezione poi così negativa.

Brr... che invidia!
Come deve esser bello volteggiare per il mondo con la leggerezza del vento e la spensieratezza di una nuvola. Farsi trasportare dai sogni e non tenerli al guinzaglio.
Non so voi, quante volte avreste voluto mettere tanta quanta più distanza potevate da situazioni spiacevoli, che vi mettevano a disagio oppure semplicemente per dar libero sfogo alla curiosità dei vostri occhi.
Chiudere le porte col passato ed aprirle al futuro.
Sfuggire dalla trappola della monotonia, dai doveri dell'uomo e dai vincoli della mente. Assaporare l'essenza della vita... il movimento. Seguire la scia del cuore, libero dalla gabbia della mente e ricordandosi dell'evanescenza della vergogna.
Trovare quel posto dove mettere i piedi senza la pretesa di chiamarlo casa ma con la serenità di chiamarlo vita.
Essere giusti nel momento giusto e non nel posto giusto, parte del mondo.
Sospiro di sollievo... pace...

Così tanto affascinante e rassicurante il suo viaggio da non riuscire più a capire quanto fosse vero e quanto frutto della mia immaginazione.
Se proprio voleste cercare una verità nelle mie parole, probabilmente rimarreste sorpresi dal fatto che il loro valore più grande è quello legittimo della speranza, più che della realtà.
Il suo cammino è tanto reale quanto la voglia di serenità che ognuno di noi indossa ogni mattina, sotto il cappotto dell'accondiscendenza.
A lui devo molto… senza nemmeno essere mai riuscito a dirglielo.

Ricolmo di parole di gratitudine, osservavo immobile il soffitto della mia stanza cullato dal  "suono" delle stelle mai stanche di cercare di alleggerire la presunzione dell'essere. Sottile granello di sabbia nel tempo, infreddolita goccia d’acqua nell’oceano.
Cercando di seminare il pensiero che mai sarei riuscito a sdebitarmi con lui, che così tanto mi aveva allietato, improvvisamente la dolce sinfonia del cielo si interruppe lasciando che il momento tanto atteso prendesse forma.

Inondato dallo stupore e con gli occhi increduli eccolo davanti a me, pronto a sconvolgere nuovamente le mie convinzioni…

Ma come purtroppo succede in certe situazioni, la sicurezza mostrò il suo lato più umano, sfumando in un arcobaleno di gioia, paura, imbarazzo, euforia e insicurezza intrappolando così al suo interno tutte quelle parole che conservavo solo per lui.
Ma il silenzio non durò molto, prima che lui con una voce profonda e sconcertantemente comprensiva infrangesse il caos dei miei pensieri.

"Forse, dopo tutto questo tempo non ti saresti nemmeno più aspettato un nostro incontro e se la cosa ti rassicura sono emozionato anche io…
Quello che si vede da fuori, spesso ha il potere di mascherare e travisare le emozioni.
Probabilmente non sono nemmeno come mi immaginavi, ma se sono qui è proprio per te... per condividere quello che solo il silenzio è riuscito ad apprendere.

È una vita che mi sposto da un luogo a un altro rimbalzando di giaciglio in dimora.. a cavallo tra i sorrisi e i pianti di chi decora le strade intorno a me. A volte invidiato, altre sopportato e altre ancora malvisto, ma nonostante tutto nel logoro zaino che porto con me nessuna traccia di risentimento o rancore.
Ho imparato che per chi non si ferma mai... non esistono emozioni persistenti. In un certo senso sono passeggere, un po' come me. Ma se da una parte ciò è positivo, da un' altra, ahimè, direi proprio di no.
Una piccola scintilla di ira non ha modo di trasformarsi in un tornado di rabbia così come una simpatia non si può tramutare in amore.
Non c’è che dire… indubbiamente non cercare niente alleggerisce notevolmente il carico che ci portiamo dietro ma non so se hai presente quella strana sensazione di "assenza" sulle spalle?! Un po' come quando indossi uno zaino vuoto che sembra esistere solo per ricordarti che ti manca qualcosa.
Se credi che non mi sia accorto della stima che riponi in me ti sbagli, così come credo che tu sappia bene dentro di te quello che voglio dirti.
Nella mia vita non ho mai chiesto niente a nessuno, e mai ho preteso che le mie idee fossero ascoltate... ma forse ciò mi ha reso preda del vento.

A lasciare momentanee impronte nel terreno ormai sono piuttosto bravo. E che la modestia mi accompagni fino alla fine, a sfiorare cuori senza mai farli ardere di passione non sono da meno.
Non sono sicuro che tutti questi passi valgano anche un solo istante di stabilità.
So che credi in me e in tutto quello che rappresento e spero ti rincuorerà sapere che quel che faccio lo continuerò a fare fino alla fine... questo è quello che so fare meglio e non mi fermerò.
Ma se posso... soltanto per una volta, vorrei lasciare un contributo concreto come un saluto da un treno in corsa… qualcosa che rimanga e che possa far parte di te.
Posso essere il salvatore che cerchi, tu dimmelo e non ti deluderò! Ricorda solo dell’ingrato compito del protettore, che erige il muro impedendo non solo al nemico di entrare... ma purtroppo bloccando anche il timido raggio di sole.
Osservando il suolo, guardando costantemente davanti a me nella speranza di ridurre il più possibile gli incidenti ho appreso l’unica vera lezione…
scivolando su quell’unico sasso che facendomi cadere mi ha mostrato il cielo e le sue meraviglie e permesso di abbracciare il prato intorno a me. Forse solo per un solo istante prima di rimettermi in marcia, ma è bastato per sentire la fretta svanire… l’imprevisto ha riempito d’aria i miei polmoni ormai stressati dall’incessante lavoro necessario per la mia folle traversata.

“Il viaggio di una vita”… “Una fuga verso la libertà”… o forse… “Un inutile spreco di emozioni”.
Scegli tu il titolo del mio racconto ma fa' che sia il tuo cuore a decidere come chiamare la tua storia.
Io ci sono oggi, come ci sarò domani.
Un viaggiatore è tale perché pur non fermandosi mai, resta sempre nel cuore.

Ricorda che potrai sempre contare su di me e che in qualunque momento avessi bisogno di un amico, potrai trovarmi da qualche parte, fermo sul mio cammino.”